I CONCERTI PER FLAUTO E FLAUTINO “DEL VIVALDI”
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Dom 22 Settembre

Museo Borgogna

ORE 17:00

I CONCERTI PER FLAUTO “DEL VIVALDI”

VOXONUS

ACCADEMIA DEL RICERCARE

Programma

Antonio Vivaldi (1678 – 1741)

Concerto in Do Maggiore RV 443 Per Flautino e Orchestra

Concerto in Do Minore RV 441 Per Flauto e Orchestra

Concerto in Fa Maggiore RV 442 Per Flauto e Orchestra

Concerto in La Minore RV 445 Per Flauto e Orchestra

Concerto in Do Maggiore RV 444 Per Flautino e Orchestra

 

Manoscritti conservati nella Biblioteca Nazionale di Torino

Manuel Staropoli  flauto e flautino

Maurizio Cadossi, Silvia Colli violini

Claudio Giglio viola

Lorenzo Fantinuoli violoncello

Laura La Vecchia tiorba

Claudia Ferrero  clavicembalo

Biglietti

INGRESSO € 12

RIDOTTO OVER65 € 10

RIDOTTO UNDER25 € 6

RIDOTTO FAMIGLIA € 3

Tutte e cinque le composizioni sono conservate presso la Biblioteca Nazionale di Torino, la quale possiede non meno del 92% degli spartiti autografi del compositore oggi conosciuti: ben 27 volumi, 450 manoscritti.

Secondo quanto riporta il sito dell’istituto per i beni musicali in Piemonte, sappiamo da fonti sicure, che nel 1745 ventisette volumi della musica del prete rosso si trovavano a Venezia nella biblioteca di un senatore veneziano, il conte Jacopo Soranzo. È probabile che li abbia acquistati dal fratello del compositore, Francesco Vivaldi. Quest’ultimo era un barbiere e parruccaio veneziano, che li avrebbe ereditati dopo la morte di Antonio, nel 1741.” Questi volumi poi passarono dalle mani del conte Soranzo a quelle del conte Giacomo Durazzo, che li tenne nel suo palazzo sul Canal Grande fino alla sua morte. Suo nipote Girolamo, ultimo doge di Venezia, li trasferì a Genova dove rimasero per circa un secolo nella villa di famiglia.

Nel 1893, i volumi furono divisi in parti uguali e lasciati in eredità ai fratelli, Marcello e Flavio Durazzo. Marcello legò la sua parte al Collegio Salesiano di San Carlo, vicino a Casale Monferrato. Nel 1926, il direttore del Collegio, desiderando intraprendere dei lavori di rinnovamento dell’edificio, decise di vendere i volumi.

Prese quindi contatto con la Biblioteca Nazionale di Torino per una perizia e Luigi Torri, il direttore della biblioteca, sollecitò immediatamente il parere di Alberto Gentili, docente di storia della musica all’Università di Torino.

Si resero conto entrambi dell’immenso valore della raccolta ma né la biblioteca, né la la città avevano i fondi sufficienti per acquistarla.

Gentili si rivolse pertanto a Roberto Foà, amico e agiato uomo d’affari, che comprò i volumi di Vivaldi nel 1927, in memoria del figlio defunto, per poi donarli alla biblioteca.  Si trattava tuttavia della metà dell’intero lascito dei manoscritti di Vivaldi

L’altra metà era rimasta a Genova e fu solo dopo lunghe negoziazioni che nel 1930 gli ultimi eredi della nobile famiglia accettarono di venderla. La raccolta fu dunque completata, questa volta grazie al denaro dell’imprenditore Filippo Giordano.

Ed è proprio così, per una concatenazione di eventi fortuiti, che la biblioteca dei manoscritti di Antonio Vivaldi ha trovato degna dimora in seno alla Biblioteca Nazionale, ove è meglio conosciuta come “fondo Foà – Giordano”.

Notevolissima è la quantità di musica strumentale: 296 concerti per uno o più strumenti, archi e basso continuo (comprendenti 110 concerti per violino e 39 concerti per fagotto), cantate, mottetti e quattordici opere liriche integrali.